Il campo magnetico della Terra
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Le aurore polari

 

In località come Fairbanks,in Alaska o Tromsö,in Norvegia,le aurore polari non sono affatto rare.I loro luminosi e brillanti archi appaiono associati con forti correnti elettriche che collegano la Terra allo spazio. A differenza delle correnti ad anello, tali correnti sono dovute a differenze di potenziale.Nello spazio queste correnti fluiscono più facilmente lungo le linee di campo magnetico,poiché le particelle che le trasportano (soprattutto elettroni) tendono a stare vicino a queste linee. Alcune si muovono dallo spazio verso la Terra,altre dalla Terra verso lo spazio, e vicino alla Terra il loro circuito è completato da uno strato nell'alta atmosfera che conduce bene l'elettricità, lo strato E della ionosfera della Terra, posta a circa 125 km di distanza dal suolo. Le correnti non raggiungono il  terreno perché l'aria negli strati più bassi è un ottimo isolante. 

Lo spettacolare fenomeno  delle aurore nasce dalle interazioni fra campo magnetico terrestre e vento solare, che danno origine a una sorta di gigantesco generatore.

Alcuni dei primi osservatori delle aurore boreali  ritenevano che queste spettacolari manifestazioni  luminose visibili nel cielo delle regioni polari fossero dovute alla rifrazione della luce solare da parte dell'atmosfera, con un meccanismo analogo a quello con cui si forma l'arcobaleno. Secondo le loro ipotesi, le pieghe scintillanti erano causate dai moti atmosferici.

Il movimento dei «drappeggi» aurorali è provocato non dalla turbolenza atmosferica, ma da variazioni dei campi elettromagnetici che accelerano gli elettroni.

La natura geomagnetica dell'aurora può essere  osservata chiaramente dallo spazio: centrato su ciascuno dei poli geomagnetici vi è un grande ovale luminoso (l'aurora boreale in corrispondenza del Polo nord e quella australe in corrispondenza del Polo sud), una caratteristica permanente del nostro pianeta.

Poiché le aurore possono interferire notevolmente con le comunicazioni radio normali e con quelle via satellite, oltre che con le linee elettriche e con alcuni sistemi di difesa, la capacità di prevedere l'intensità aurorale diviene sempre più importante via via che le attività umane si estendono alle regioni polari e allo spazio. La comprensione del meccanismo di formazione dell'aurora è stata possibile grazie a una rivoluzione nelle conoscenze scientifiche sull'ambiente magnetico della Terra.

Il vento solare confina il campo magnetico terrestre in un volume di forma simile a una cometa, la magnetosfera. Sul lato rivolto al Sole il vento solare comprime la magnetosfera fino a una distanza dalla Terra pari a circa 10 volte il raggio terrestre. Sul lato opposto la magnetosfera è confinata in una struttura a forma di manica a vento, la coda magnetosferica, che si estende per più di 1000 volte il raggio terrestre. La magnetosfera contiene plasmi rarefatti di densità e temperature diverse, derivanti dal vento solare e dalla ionosfera.

Per decenni gli scienziati hanno pensato che le aurore fossero più frequenti quando il sole è in uno stato “tempestoso”, emettendo grandi quantità di materia.
Spesso è facile osservare tali condizioni sulla superficie del Sole in coincidenza con l’apparizione delle aurore nelle regioni polari della Terra.

La maggior parte dei manuali spiegano che le aurore si verificano   quando  le particelle provenienti dal Sole fluiscono nelle regioni polari della Terra, guidate dalle linee convergenti del campo magnetico terrestre.

Ma ciò è vero solo in parte.

Hanns Alfven ha utilizzato una descrizione più dettagliata del vento solare e della magnetosfera per dimostrare che le correnti non vengono dal sole ma dalla coda magnetica della Terra e ciò fu confermato dai dati del satellite Explorer 12, nel 1974.

Le tempeste solari,o gli altri disturbi dal vento solare, creano instabilità nella coda magnetosferica della Terra.
Questa, simile alla coda di una cometa, letteralmente ondeggia come una bandiera quando è colpita dalle raffiche di vento solare. Queste instabilità spesso comportano lo stiramento e la riconnessione delle linee di campo della coda come un elastico che si rompe quando è troppo disteso.

A causa di ciò l’energia viene trasferita al moto delle particelle cariche in questa regione. Gli ioni positivi e gli elettroni, avendo carica elettrica opposta, sono deflessi in direzioni opposte (secondo la familiare regola della mano destra) e generano una corrente elettrica, collidendo con gli atomi di ossigeno e azoto e producendo così la luce aurorale.
In effetti l'intera magnetopausa costituisce un gigantesco generatore che trasforma l'energia cinetica delle particelle del vento solare in energia elettrica, con una produzione di più di un milione di megawatt. Questo meccanismo alimentato dall'interazione fra vento solare e magnetosfera è il «generatore aurorale».

La luminosità aurorale si manifesta allorquando i fasci di elettroni in arrivo subiscono collisioni di alta energia con la ionosfera, eccitando o ionizzando atomi e dissociando molecole (con la formazione di altri atomi allo stato eccitato). Gli atomi eccitati e quelli ionizzati emettono radiazione in un ampio intervallo spettrale (dall'ultravioletto estremo all'infrarosso) via via che gli atomi eccitati ritornano a livelli di energia più bassi e gli ioni si combinano con elettroni liberi.

L'emissione aurorale più comune è una luce verde-biancastra con una lunghezza d'onda di 557,7 nanometri, che è emessa da atomi di ossigeno. Una bella emissione rosa è prodotta da molecole eccitate di azoto. Diversi atomi e molecole presenti nella ionosfera danno origine a emissioni aurorali alle lunghezze d'onda dell'estremo ultravioletto, dell'ultravioletto e dell'infrarosso, che non possono essere osservate da terra perché vengono assorbite dall'atmosfera.

Immagini di emissioni nell'estremo ultravioletto, ottenute dal satellite svedese Viking, mostrano che l'aurora è sorprendentemente attiva sul lato illuminato dal Sole, spesso di più che sul lato opposto.

 

 

 

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Il Sole influenza la magnetosfera

 

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Ovale aurorale

 

 

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Ovale aurorale eccezionale

 

 

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Evoluzione di un ovale aurorale

 

 

Il fenomeno della riconnessione(animazione)

 

 

 

Dal Sole alla Terra (animazione)

 

 

 

 

 

 

 

Per approfondimenti, consultare gli articoli allegati.

Ultima revisione :22/08/2002                         MAPPA