PALEOMAGNETISMO E TETTONICA

Sin dalla sua nascita come scienza e dall'installazione dei primi laboratori specializzati negli anni '50 il paleomagnetismo ha svolto un ruolo di primo piano per la nascita e l'affermazione di modelli geodinamici globali. E` stato decisivo nella "rivoluzione" nelle Scienze della Terra che ha portato alla formulazione negli anni '60 della teoria della "Tettonica delle Placche", dapprima ravvivando l'interesse per la deriva dei continenti, abbandonata dopo Alfred Wegener, e successivamente, provando l'espensione dei fondali oceanici. Da allora il paleomagnetismo e` stato costantemente applicato allo studio di problemi tettonici di vario tipo, sia a scala globale, definendo i movimenti delle principali placche in cui e` suddivisa la litosfera terrestre, sia a scala regionale all'interno di aree a deformazione complessa e diffusa, come le catene orogeniche (ed anche l'intera area Mediterranea).

In particolare il paleomagnetismo e` stato sempre usato, negli studi tettonici e geodinamici, come indicatore quantitativo di rotazioni e traslazioni in longitudine di diversi blocchi crostali e litosferici.




In Italia il paleomagnetismo ha contribuito notevolmente alla comprensione dei processi geodinamici che hanno portato all'assetto geologico attuale del nostro Paese, delineando province geologiche a diversa evoluzione geodinamica e quantificando l'entita` ed il verso delle rotazioni cui settori diversi del nostro paese sono state soggette nel tempo geologico. Comprendere il quadro geodinamico attuale, in un paese geologicamente attivo e complesso come l'Italia si deve basare anche sulla conoscenza approfondita dei processi geodinamici che ne hanno portato alla configurazione geologica presente. A partire dalla formulazione di un primitivo concetto di "rotazione della penisola italiana", come un unico blocco rigido disarticolato dalla principale placca africana, l'apporto di sempre nuovi dati paleomagnetici ha progressivamente raffinato la nostra comprensione della geodinamica dell'intero Mediterraneo centrale. Il quadro geodinamico che emerge dai piu` recenti studi di paleomagnetismo in Italia, delinea un mosaico complesso di distinte unita` tettonico strutturali soggette a movimenti differeziali, con sviluppo di catene montuose arcuate e bacini estensionali.





Risultati paleomagnetici ottenuti su sedimenti messiniani (di età pari a circa 6 milioni di anni) negli appennini settentrionali. Ogni freccia indica la rotazione attorno ad assi verticali subita dalle località studiate da 6 milioni di anni fa fino ad oggi. Si osserva come ogni settore dell'arco appenninico abbia subito rotazioni orarie ed antiorarie di varia entità. Questo implica che 6 milioni di anni fa la catena appeninica aveva una forma completamente diversa e quest'arco ancora non esisteva.




Modello interpretativo sull'evoluzione geodinamica degli Apennini centro- settentrionali a partire dal Messiniano (6,5 milioni di anni fa) fino ad oggi. Il paleomagnetismo ha mostrato che gli archi di catene montuose appenniniche si sono prodotti per il piegamento progressivo di catene originariamente rettilinee.

In tale quadro emerge che l'assetto tettonico e geodinamico della penisola italiana e` stato soggetto a notevole modificazioni anche in tempi geologicamente recenti, con rotazioni di alcuni settori della nostra penisola ampie fino a 25 gradi nel corso dell'ultimo milione di anni.

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